Intanto i Papi oltre le Crociate, la Inquisizione, e i Frati per apporre argine che valesse a trattenere le acque irrompenti stabilirono la meno dispendiosa, e la più sicura di quante polizie sieno al mondo, la confessione. Trovato questo non nuovo, e non inutile anco in antico, però che il colpevole nei misteri dei Numi, massime di Cerere eluisina, confessasse i falli, e a patto di certe penitenze rimanesse assoluto; ed a me parve cosa che anco la civiltà di oggi potrebbe avvantaggiarsene e non poco, là dove a udire, e a consigliare si preponesse il vecchio discreto, esperto delle umane passioni, ed uso a guarirle: bene intesi però, che simile ufficio si avrebbe ad esercitare sopra le menti giovanili quando una gomitata basta a farle rientrare nella pesta: all'opposto poi quando l'uomo ha messo il tetto lo ammonimento a che giova? Torna lo stesso che predicare ai porri. - La Chiesa Romana instituendo la confessione ebbe in mira di intromettersi nel penetrale delle domestiche pareti, d'insinuarsi tra padre e figlio, tra marito e moglie, e fatto padrone delle coscienze e dei segreti, vendicarsi, o arricchirsi secondo le occasioni.
Altro partito a crescere di potenza fu la mutata elezione del Papa, e degli altri principali offici, la quale di popolesca fu di mano in mano tirata al tirannico. Nei primi secoli del cristianesimo eleggeva i Papi la Chiesa, o vogliamo dire la universalità dei fedeli, vescovi, sacerdoti, chierici di ogni ragione, e plebe. Così ce la descrive San Cipriano nella epistola 52, discorrendo della elezione di Papa Cornelio: "fu eletto vescovo Cornelio da parecchi nostri colleghi, che allora albergavano in Roma col giudizio di Dio, e di Gesù Cristo, col testimonio dei chierici, coll'assenso dei vecchi sacerdoti, e col suffragio della plebe intervenuta.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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