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      - E come se tanto non bastasse indi a breve pubblica l'altra bolla Ausculta filii. In cotesto documento, modello dello idropico vaniloquio della Curia romana, messo a rifascio Dio, Cristo, la Madonna, la Chiesa unica perchè unica sposa di Gesù, il quale ebbe sempre in orrore la bigamia, ed unico il suo capo messo da Dio a giudice dei vivi e dei morti: insomma la Chiesa non patire moltitudine di capi; lui papa Bonifazio comecchè indegnissimo pure preposto da Dio per ragione dello ufficio apostolico ai re, e ai regni in generale, ed in particolare sopra lui Filippo, e sopra il suo regno per distruggere, e ricostruire, stiantare, e piantare, disperdere, e raccogliere, e via di questo gusto: dunque non presumesse di sgattaiolargli di sotto; si lasciasse tosare, e spellare di buona grazia; averlo già ammonito parecchie volte invano; piangergli l'anima (le paterne viscere non pare che usassero ancora) nel mirarlo precipitare ogni giorno più a rotta di collo nelle colpe, che ormai sembravano tramutate in costume; e poi venendo alle strette dichiarava in lui Papa stare la suprema potestà su i benefici dentro e fuori la Curia romana, ed egli re non avercene alcuna; invece attentarsi con empio consiglio usurpare ogni cosa, e poi giudicando sostenere le parti di giudice e parte, laici e chierici mettere ad un mazzo; niente voler sapere di tribunali chiesastici; i giudicati loro reputare anco meno che niente, anzi revocarli, impedire che altri gli osservasse; i beni laicali, o clericali tenere per feudi dependenti dalla Corona; nelle Chiese, e nei monasteri entrato in aspetto di guardiano per sottometterli ad incomportabile servitù; divorarsi le rendite delle sedi vacanti; vietare che alcuna particella se ne mandasse fuori di Francia; della falsata moneta tacere, della oppressione dei sudditi, e di altre nefandità. Ora poichè per ripigliarlo era divenuto roco, forse avrebbe dovuto addirittura porre mano ai gastighi, ma non volerlo fare se prima non avesse tentato uno sforzo supremo per ridurlo a partito: per le quali cose egli intimava una Sinodo a Roma dove egli re o di persona, o mediante suoi oratori, comparisse, ci mandasse quanti abati, vescovi, ed arcivescovi gli piacesse, a patto che a lui Papa fossero grati ed accetti; intanto cacciasse via dalla reggia i falsi profeti, i seminatori di scandali; breve, tutti i facinorosi che lo stornavano dal darsi co' piedi, e con le mani accaprettato in balìa della madre Chiesa, e di lui padre Papa, che lo arieno acconciato pel dì delle feste.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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