E il Papa a lui:
certo, ei v'entra." Dunque, conchiuse il masnadiero, "se ci entra il sole ci entrerò io." Ma il sole continuò ad entrarci; ed egli mai.
E' non si vuole negare i Fiorentini avrieno dovuto combattere a viso aperto la Chiesa non già con le arti onde in breve fecero ribellare al Papa fino ad ottanta fra città e castelli: con le armi non co' fiorini vincere l'Acuto; ma per altra parte chi ravvisa il vicario di Cristo nell'uomo, che conduce per suo capitano l'Acuto il quale per mantenere in devozione della Chiesa Faenza la quale tentennava la manda a ruba, e a sangue senza perdonare a sesso, o ad età, contamina donne di ogni maniera, vergini o spose, monache o laiche; e per torre via la lite fra due conestabili, i quali, messa la mano addosso ad una fanciulla, se la contendevano, con un gran fendente la partisce in due gridando: "mezza per uno!"
Nè si dica, che questo commettesse l'Acuto per suo mal talento, imperciocchè chenti fossero i legati pontifici vedemmo, e peggio verrà chiarito per questo altro caso. I masnadieri della compagnia santa (santa suole chiamare il prete qualunque perfida, e scellerata cosa, purchè gli approdi) usciti dal contado di Firenze vanno a Cesena dove pigliano stanza col Legato del Papa nella Rocca: quinci rovesciandosi nella città funestavano del continuo i cittadini con soprusi, e offese, e rapine, che appena impedendosi negli eserciti regolari quasi si lodano nei masnadieri; i cittadini inacerbiti rivoltansi; afferrate le armi si mette mano a combattere; i soldati, come sempre nelle battaglie cittadine, ne toccano; e certamente in quel dì andavano sperperati del tutto, se il Legato interponendosi, molto supplicando, e molto promettendo, non gli avesse persuasi a posare.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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