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      Gregorio preso pel collo da Siena si reca a Lucca, ma qui mette le barbe; nè ci fu verso di staccare il primo dalle marine, nè il secondo dalla terra ferma; "se uno muove un passo innanzi, scrive Lionardo Bruni nei Commentari, l'altro lo dà addietro; uno di loro come animale acquatico schifa la terra, l'altro animale terrestre aborre l'acqua; e per questa guisa questi due vecchi preti per pochi istanti di vita, che possono tuttavia loro avanzare, mettono a cimento la pace, e la salute della Cristianità!"
      Gli asti cavillosi di questi due preti decrepiti avendo vinto la pazienza altrui, i Cardinali loro seguaci gli abbandonarono, e convenuti insieme con altri prelati bandirono il Concilio di Pisa; e fu cosa fuori di misura molesta tanto a Benedetto, che a Gregorio però, che alla monarchia pontificia con sì lunga industria stabilita venisse di un tratto a surrogarsi l'oligarchia cardinalizia; e non tornava meno ostico quello imporsi del Concilio sopra il Papa. Ancora, i Romani assai di quieto, anzi con maravigliosa contentezza, si adattavano alla signoria del Papa dacchè col trovato del Giubbileo, e con gl'infiniti altri ogni dì rinascenti, per cui il prete si mostra pescatore solenne di pecunia, colà in Roma si gavazzava; e il romano popolo non pure si era mantenuto quello del pane e dei circensi, ma nella pretensione di scioperare ed essere mantenuto a ufo erasi due cotanti più incarognato; ed ora per cotesti scismi, contenzioni, e guerre d'inchiostro non menochè di sangue invece di avvantaggiarsi col richiamo del Papa conosceva a prova averci scapitato e non poco: per le quali cose preso in uggia santa sede, e Papa macchinava cose nuove: onde il buon prete Gregorio innanzi che il popolo facesse atto di ribellione, ovvero l'odiato emulo penetrasse in Roma, assettò le faccende in guisa che Ladislao potè di leggieri occuparla mercè il tradimento di Paolo Orsino.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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