- Facilmente potremo credere che costui non fosse santo, e nè manco buono; forse, se non tutte, almeno in parte si meritò le accuse appostegli; ma la furiosa condanna assai chiaro dimostra l'ira, non la giustizia del Concilio. Dopo lui rinunciava spontaneo Gregorio XII, che riassunti titolo, e qualità di Cardinale moriva decrepito a Recanati. Più duro Benedetto XIII, il quale propose rinunziare, ma a tali patti, che parvero ebbri: il Concilio di Pisa si annullasse; per lui il Concilio di Costanza si chiudesse, per lui un'altro se ne convocasse, dove dopo avere egli eletto un'altro papa spoglierebbe l'ufficio: questo accadeva a Perpignano, presenti Sigismondo imperatore ed il re di Arragona donde Benedetto, temendo o fingendo temere insidie, di un tratto fuggiva, e chiusosi nel forte castello di Paniscola di là scomunicava tutto il mondo, che lo aveva abbandonato.
Col Papa o senza Papa il Concilio di Costanza fu concilio di iene; quivi comparve Giovanni Huss raccomandato dal re di Boemia, e sotto guarantigia di salvacondotto imperiale; costui professava dottrine, che poi con auspici migliori prevalsero con Lutero, e prima aveva annunziato Wicleffo, al quale, mercè singolare prudenza, toccò in sorte di morire in pace: nonostante le regie commendatizie, e il salvocondotto imperiale l'Huss era sostenuto in carcere dove un tempo ebbe a compagno Giovanni XXIII. I padri furono giudici, e parte; infamie antiche, che ogni dì si rinnovano senza presagio di prossimo fine: lo arsero vivo, ed era egli solo in mezzo al suo supplizio sereno.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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