Uguale fato, e per la medesima causa incolse a Girolamo da Praga: mite natura, ma costantissimo, e per sapienza mirabile: i riti che precedono a siffatti giudizi chi li fa li chiama processi, e sono assassinii; senonchè per consolazione dell'animo di cui si avvolge in questi laberinti di sangue la vendetta tenne dietro alla colpa, e quale vendetta! Trenta mila settari scesi dal monte Tabor comandati da Ziska bruciarono cinquecento chiese, spiantarono conventi, dispersero sepolcri, e la Boemia dà prima al mondo lo esempio di rompere la catena della curia romana. Il Poggio Bracciolini, presente al Concilio, scrivendo a Lionardo Aretino gli narrava commiserando il fato di cotesti due innocenti, e questi co' consigli della viltà nella risposta gl'insinuava a tenersi bene abbottonata quella disutile misericordia. Merita leggersi cotesta epistola di Lionardo Bruni, che è la nona del Libro IV; per me la considero modello dello stile che ora si disse dottrinario, ora riformista, ora moderato, e fu sempre codardo. Per avere un giusto concetto di ciò che si agitava nel seno di cotesto Concilio basti tanto, che lo stesso prudentissimo Aretino scrivendo al Poggio non dubita applicargli i famosi versi di Virgilio:
Quicquid delirant reges plectuntur Achivi
Seditione, dolis, sedere, atque libidine et iraIliacos intra muros peccatur et extra."
Dentro e fuori si pecca, e delle frodiDei regi e dei corrucci il popol porta
Le pene, e dei delitti, e della reaLussuria di costoro.
Singolare fama davvero di tanti chiesastici raccolti in Concilio solenne per riformare il costume della Chiesa!
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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