- Conchiusa la riunione ognuna delle parti stupì del poco costrutto che ne aveva cavato: la biscia aveva morso il ciarlatano, ed in questo negozio ognuno era stato a vicenda ciarlatano e biscia. Eugenio contento per avere alle spalle dello imperatore greco rifatto il credito cagliò nel continuargli i sussidi, i quali furono sempre piuttosto avari, che scarsi; e quanto alla riunione delle Chiese, dei vescovi greci al ritorno a casa quelli che perseverarono nello scisma ebbero salutazioni, gli altri contumelie: per la quale cosa questa unione provocata dall'interesse cupido di avvantaggiarsi fu sciolta dallo interesse, che fatti i conti trova, che ci è perdita, o non guadagno.
Però Eugenio a fine di confermarsi la reputazione acquistata, e potendo crescerla, mise mano a certa menzogna, la quale come non prima così non fu nè anco ultima nella Chiesa; a certo altro simulacro di Concilio tenuto a Roma procurò si presentassero deputazioni di finti Etiopi, Caldei, Siri, e Maroniti che tutti protestarono volersi ridurre in grembo di Roma; i padri del Concilio ridevano di coteste lustre; forse ne rideva anco Eugenio, ma per amore del mestiere entrambi facevano le viste di crederci: il popolo ci prestava fede con tutte le viscere come quello, che a cotesti tempi credeva, e perchè ci aveva interesse: fra un secolo e mezzo quando i Gesuiti presenteranno a Sisto V l'ambasceria dei Giapponesi Pasquino e Martorio la conceranno pel dì delle feste. Finalmente il Concilio di Basilea elesse un'altro Papa, ovvero antipapa, che fu Amedeo duca di Savoia; che tolse nome di Felice V; e se per questo caso la rabbia dei sacerdoti già ardente divampasse lascio considerarlo al lettore.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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