Il Papa non alienasse nè diminuisse il patrimonio della Chiesa, non rompesse guerra senza il consenso dei Cardinali espresso ad alta voce uomo per uomo; nelle Bolle si avesse ad usare la formula dietro deliberazione dei nostri fratelli. Ogni mese il Papa si facesse leggere questa convenzione in Concistoro. Due Cardinali, assente il Papa, in capo all'anno sindacassero se l'avesse, e come osservata il Papa. Paolo cominciò il pontificato con lo abolire questa convenzione, la guerra contro i Turchi non proseguì, da onori molti, e lettere ortatorie a tutti i principi in fuori, di altri soccorsi non fu largo allo Scandeberg ito a Roma per questo; ma erro, gli diè cappello e stocco benedetti da lui, e non so quali danari; non si ricorda la parte singolarmente strana assunta da lui di paciere per forza tra Veneziani e Fiorentini in mezzo ai quali ci mise male biette fino all'ultimo: allora scappò fuori per accordarli una sentenza accompagnata delle consuete scomuniche (ormai i Papi non sapevano parlare nè anco di pace senza incastrarci lo inferno) e di scancio ci aggiunse il patto, che gli stati d'Italia avessero a pagare a Bartolommeo Coglione 100,000 fiorini di oro per sostenere la guerra contro i Turchi; se non che gli stati indovinando com'egli disegnasse adoperare Bartolommeo piuttosto contro di loro, che contro il Turco, non gli danno retta onde a lui toccò riporre la scomunica nel fodero. Più felice, come più iniquo contro i baroni romani; però si lega con Ferdinando di Napoli perfidissimo fra i re: l'uno impicca, l'altro tira pei piedi.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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