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      Imola, la quale secondo la novella dottrina fa parte del non possumus, fu comperata a contanti co' danari della cristianità da Pietro Riario pel suo fratello Girolamo. Concesse in feudo a Giovanni della Rovere fratello di Giuliano, Sinigaglia, e Mondovì, e i Cardinali approvarono senza pensare al non possumus. Prima con ogni argomento il Papa si ingegnò spogliare i Vitelli di Città di Castello; trovato l'osso duro, gliela concede in signoria. Smania di Sisto, prima di Alessandro VI, fu costituire della Romagna un principato pel suo nipote Girolamo; alla via storta non badò più che alla diritta. Pino Ordelaffi principe di Forlì morendo lascia la sua eredità al figlio nato di non legittime nozze; glielo contrastano i cugini figli di Galeotto; entrò in mezzo giudice Sisto, che spoglia tutti a profitto del nipote Girolamo. Forlì è città che ai dì nostri compone parte del dominio temporale, che il Pontefice non può alienare per istituzione divina. Se la morte non troncava i suoi disegni, egli mulinava nella sua mente torbidi concetti per potere assegnare al nipote Girolamo Rimini signoria del tradito Malatesta, e Pesaro retaggio di Giovanni figliuolo di Costanzo Sforza. Dei benefizi cumulati sul capo di Pietro Riario non importa discorrere; oltre al titolo di patriarca di Costantinopoli egli possedeva tre arcivescovati, ed altri benefizi infiniti; il lusso di costui ignoto ai moderni si appressò alle sgangheratezze di Nerone e di Eliogabalo: i suoi conviti pari a quello di Trimalcione cantato da Tito Petronio Arbitro: banchettando gli oratori di Francia mise a contribuzione i paesi nostrani, e gli stranieri; le vivande, l'ordine, l'apparecchio, le cose o rare o strane e mostruose diligentemente notate fornirono materia ad un poema, il quale fu diffuso per le stampe in Italia e fuori.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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