Questo Papa dabbene scrisse altresì opere teologiche come quello che in divinità fu maestro solenne; il Panvinio cita le seguenti - de sanguine Christi, - defuturis contingentibus, - de potentia Dei, - de conceptione Virginis, e certo scritto contro un bolognese frate carmelitano, il quale perfidiava a sostenere, che salvare un dannato non istà nè manco nel potere di Dio. Il Fleury ne aggiunge un'altra, ed è la spiegazione del trattato di Niccolò Riccardo intorno alle indulgenze concesse per le anime del Purgatorio: questa fu giudicata d'importanza superlativa per modo che nel 1481 la mandarono alle stampe.
E perchè nulla mancasse alla esaltazione di tanto pontefice ci fu uno inglese, certo Roberto Fleming, al quale bastò l'animo di comporre un poema eroico in sua lode intitolato: Lucubrationes tiburtinæ; e ciò volli riferire perchè serva di alcun conforto a coloro, che a cagione della vita presente si sgomentano: corsero tempi più duri di questi, ed in difetto di meglio tanto ne consoli per ora.
La vita d'Innocenzo VIII, Giambattista Cibo, non importa molto il fine del presente lavoro, però che del dominio della Chiesa, che a detta dei moderni dottori per istituzione divina non deve menomarsi mai, poco scisse, pure scisse, chè a Giuliano e a Giovanni della Rovere in mercede simoniaca dell'opera loro per esaltarlo al papato largì terre, e castella, al Savello Monticelli, ad Arragona Pontecorvo, a Parma la Magliana, a Colonna, che di terra possedeva anco troppo, venticinquemila scudi, il figliuolo Franceschetto Cibo investì della contea dell'Anguillara; quanto a moneta poi gliene sbraciava un subisso.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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