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      Così i Turchi raccomandavano al Papa i prelati, e il Papa le raccomandazioni con pronto animo accoglieva!
      E poichè nonostante gli ostacoli, Carlo VIII sceso in Italia cominciava la corsa, la quale dissero vittoria, dove i Francesi altra arme non adoperarono eccetto sproni di legno, e gesso per segnare i quartieri alle milizie, il Papa tentennando propone accordarsi con Carlo, poi se ne pente, e sostiene i Cardinali Sforza, Sanseverino, Colonna, Lunate, ed altri parecchi; ma progredendo vie più Carlo torna a ciondolare; finalmente vinto dalla paura libera i prigionieri e gli mette framezzo pacieri; il re oltre parecchie cose pretende Santo Angiolo, lo nega il Papa, il re Carlo due volte appunta le artiglierie per espugnarlo; ma visto il papa deliberato di porre ogni sua fortuna in isbaraglio innanzi di cedere renunzia al castello, e tiene il fermo sopra le altre condizioni, le quali vengono concesse; tra queste la consegna di Gem, e l'ebbe vivo ma con la morte in seno; il Papa per gratificarsi il Turco, e buscarsi gli 800 mila ducati lo avvelenò. -
      Gli Italiani tardi commossi dalla subita conquista dei Francesi si uniscono in segretissima lega e la sottoscrissero il Papa, i Veneziani, il re di Spagna, e quello dei Romani, e il duca di Milano, in apparenza volevano difendersi, ma in fondo dare addosso ai Francesi. Naturale talento dei popoli di mutare signoria, provata, che l'abbiano basto in tutto uguale alla signoria antica, la stupenda, e insanabile levità dei Francesi, lo istinto loro di guastare sempre e non ordinare giammai, le voglie ladre, la ingiuriosa jattanza, ed altre pecche, le quali non si ricordano unite alla fama della novella lega cominciano a sgomentare i Francesi, nè Carlo si trovò mai così presso a perdere la corona come in quel punto nel quale ei se la mise in capo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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