Anco sopra di lei il Papa faceva fondamento di grandezza; già accennai delle terre, e delle ricchezze donatele; ora ricordo, che in pubblico concistoro Alessandro la promosse governatrice perpetua della città e ducato di Spoleto, ce l'accompagnò il fratello Giuffrè con regia pompa, e si racconta, come in quel torno ella essendo caduta inferma tre vescovi le ministrassero le cure servili alle quali prepongonsi le privatissime ancelle; le dettero quattro mariti; al Papa padre aveva un bell'ordinare Gesù, quod Deus junxit homo non separet, egli univa, e scioglieva secondochè gliene tornasse il conto; il primo fu certo gentiluomo napolitano o spagnuolo, che la tolse innanzi che Alessandro agguantasse le somme chiavi, e dopo la lasciò avutane la mancia; di costui non mi venne fatto rinvenire il nome e non importa; poi se l'ebbe Giovanni Sforza e la tenne quattro anni in capo ai quali si lasciarono; il Guicciardino narra, che ciò fu per colpa del Papa il quale non potendo soffrire neppure uno sposo per rivale annullò il matrimonio per causa d'impotenza; arduo a credersi, e inoltre mal si accorda con le nuove nozze subito procurate a Lucrezia di Alfonso duca di Biselli figlio naturale di Alfonso II re di Napoli; da questo ebbe un figlio, e sembra i coniugi si amassero, però o gelosia, o cupidità di più utili parentele, ovvero odio che il giovane gl'inspirasse, o quale altro demonio invasasse il Valentino lo fece assassinare da una mano di sicari davanti la stessa porta di San Pietro, e poichè sembrava che delle ferite non volesse morire un bel dì lo trovarono nel letto strozzato.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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