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      In cotesti tempi, per virtù degli argomenti che mettevano in opera, si accusavano gì'incolpevoli; i rei poi sbaldanziti dalla paura, o dal rimorso sborravano addirittura; nondimanco taluni confessarono il Petrucci, e il Sauli avere stabilito ammazzare il Papa investendolo con le coltella, o contaminando il suo cerusico Battista da Vercelli perchè lo avvelenasse medicandogli certa ulcera di che andava afflitto. Petrucci e Sauli furono entrambi degradati e commessi al braccio secolare; il Petrucci solo strozzarono; Sauli dannato a perpetuo carcere offre riscattarsi a contanti: gli si concede a patto, che torni a confessare le sue colpe in pieno concistoro: confessato, e soprattutto pagato il riscatto licenziasi; indi a breve muore, colpa della paura, o piuttosto del tossico ministratogli dal Papa. Gli altri cardinali degradati anch'essi ebbero a pagare grossa somma, Adriano da Corneto e il Soderino venticinquemila scudi; essi credevano fra tutti e due, ma pagati i venticinquemila furono ammoniti, che bastavano per uno: allora si tirarono al largo; di Adriano non più si seppe nulla; forse il ferro proditorio lo spense; il Soderino si riparò a Fondi sotto la protezione di Prospero Colonna, e quivi stette finchè durò in vita Lione; i minori congiurati, laceri, che gli ebbero i tormenti, gittarono al carnaio.
      Se intorno alle guise di acquistare stato tra lui e Alessandro VI corresse divario può giudicarlo il lettore: costituitosi giudice tra Giampaolo e Gentile Baglioni, Lione cita il primo a comparire in Roma; quegli subodorando il capestro si finge infermo, e manda in sua vece il figliuolo Malatesta, il quale con oneste accoglienze accarezzato pure come procuratore del padre non si accetta; Giampaolo tentenna, ma confortato dal genero Cammillo Orsini, e da altri baroni romani, ottenuto salvacondotto papale, di mala voglia va; incauto! quanto valesse il salvacondotto del papa lo aveva pure a sapere!


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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