- Di tanti servi, e cortigiani il solo frate Martino buffone e parasito gli si trovò allato nell'ora del transito, il quale non sapeva confortarlo altrimenti, che dicendogli: "ricordatevi di Dio, santo Padre." E Lione smanioso esclamava: "Dio buono! Dio buono!" Comune opinione fu, ch'ei morisse di veleno; ne incolparono parecchi Francesco I, il duca di Ferrara, e l'altro di Urbino, però altri negarono; forse l'accusa si partì dalla considerazione dell'odio che ciascheduno di loro gli aveva naturalmente a portare, massime i due ultimi, i quali se fosse vissuto si avevano a tenere per giudicati; nè del diverso grido uomo può farsi maraviglia; imperciocchè anco col cadavere aperto davanti, chi lo sostenne e chi lo negò attossicato. Il Sanuto riporta certa lettera d'Jeronimo Bon, veneziano dimorante in Roma, al suo barba dove leggiamo: "non si sa certo se 'l pontefice sia morto di veneno. Fo aperto; Mastro Fernando judica sia stato venenato; alcuno de li altri no; è di questa opinione mastro Severino che lo vide aprire, e dice, che non è venenato." A noi questo importa poco; ci preme invece mettere in sodo, che Lione come gli altri Papi arraffò violento, insidioso, e ladro; restituì costretto; nè manco per ombra reputò lo stato pontificio d'istituzione divina, nè sè impedito a cederlo per comandamento di Dio; fisime queste di quel prete scemo, che ha nome Pio I
X.
Lo scopo di questo epitome pertanto sarebbe compito massime quanto alla prima proposta, che il temporale non fu istituzione divina, bensì rapina, e la storia dei Papi seguenti altro non fa, che confermare come eglino stessi per promovere figli o nipoti il patrimonio della Chiesa alienassero.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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