Dettando questo Papa dabbene le istruzioni al nunzio Chieregato spedito alla Dieta di Norimberga lo ammoniva: "la corruttela dal capo si diffuse per le membra; abbominevoli eccessi si rinnuovano ogni giorno presso la sede apostolica; delle cose spirituali è nefando lo abuso; tutto qui vedo contaminato; peccarono tutti; non uno ha fatto il bene, non uno. Egli periva esclamando: "oh! quanto è duro venire al mondo in tempi nei quali virtù di uomo non basta, e bisogna, ch'ei ceda." Questa esclamazione, per cura degli amorevoli suoi, fu incisa sopra la tomba di lui nella Chiesa tedesca di Roma; ed anco sopra l'altra sepoltura che provvisoriamente lo accolse in San Pietro si leggeva questa non meno disperata sentenza: "Qui sta Adriano IV a cui nulla potò incogliere di peggio nella vita, che imperare(145)." Mi occorse altresì un altro epitaffio di lui così composto, che chi lo lesse ebbe ad esclamare: "tutti hanno avuto che fare con questo Papa eccetto Dio." Lo bandirono ignorante, e non era; gli garbavano gli studi gravi, gli altri aborriva, massime la poesia come quella che manteneva vivi i costumi e le credenze dei pagani. Della libera stampa non fu amico di certo, se dobbiamo credere il Berni, il quale nel capitolo contro questo Papa scappa fuori con questi versi:
E quando un segue il libero costumeDi sfogarsi scrivendo e di cantare
Lo minaccia di far buttare in fiume."
I detrattori di lui notano come il Giovio racconti il Papa essergli stato cortese di un benefizio perchè lo seppe alieno dalla poesia: "così, avverte il medesimo messer Paolo, mi giovò la ignoranza;" tacciono però quello che aggiunge, ed è questo, che se il Papa lo amava, perchè non faceva professione di poesia, molto poi lo teneva in pregio scrittore di annali elegantissimo.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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