Paolo commetteva argutamente al suo legato: non mettiamo troppa carne al fuoco; prima d'inoltrarci vediamo un po' se possiamo andare d'accordo intorno la supremazia della Chiesa, poi sopra i sacramenti, e su qualche altra cosa; in che consista questa qualche altra cosa non č chiaro; si adombra perņ con le formule, che Roma procede secondo lo spirito delle sante scritture, e con la dichiarazione di osservare l'uso costante della Chiesa. Parole equivalenti alle porte segrete donde il debitore scivola alle persecuzioni del creditore importuno. E qui per lo appunto giaceva l'osso non avvertito (pare impossibile!) nč manco dagli uomini pił sagaci di cotesto tempo: tanto vero ciņ che Marino Giustiniano oratore veneto in Germania presso il re Ferdinando informava il Senato: "agevoli parergli gli accordi lą dove il Papa, renunziata la pretensione di essere vicario di Cristo nel temporale, si contentasse rappresentarlo unicamente nello spirituale: ai vescovi ignoranti si dessero coadiutori periti; non si vendessero da ora in poi le messe, non si cumulassero i benefizi, la comunione sotto le specie del pane e del vino si concedesse; e con qualche altra zacchera lo screzio della giustificazione, e delle opere buone per salvarsi si accomoderebbe." E questo di leggieri credo ancora io; e il Contarino da quell'uomo sagace, ch'egli era propose alla Dieta rovesciare l'ordine delle cose da trattarsi, prima il dogma, poi la supremazia del Papa: procedendo con siffatto metodo in breve i teologhi delle sue parti accordaronsi su quattro punti principalissimi; il Contarini si lasciņ andare fino a convenire, che la giustificazione si operasse per via della sola fede senza mestieri di opere.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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