Accetti al popolo i Gesuiti entrarono in breve nella grazia dei principi. I Farnese gli accolsero a Parma; a Venezia Lainez, messo in disparte il popolo, spiegò il vangelo ai nobili e piacque; Montepulciano, e Faenza si sottomisero a loro con la docilità del somiero: dove comparivano pullulavano scuole, e sbucavano congregazioni come per pioggia estiva tu vedi brulicare le rane di mezzo alla polvere.
Dove poi la nuova società trionfò gloriosa fu la Spagna: di colta conquistava Francesco Borgia Duca di Gandia; a Valenza il popolo traendo a stormi per udire l'Aroz, venuta meno per capacità ogni chiesa, questi lo sermonò allo aperto; e poichè quando la spinta è data senza ragione nè cagione governa l'andazzo, nobili e plebei si misero dietro le calcagna di Francesco di Villafranca malescio di persona, contadino, ignorante; in breve la Spagna ne rimase coperta come dalle barbe della gramigna. In Portogallo non si specolarono meno, che nella Spagna ad aprire loro le braccia, forse più: quinci con regio beneplacito partiva Francesco Saverio per le Indie orientali a procacciarsi fama di apostolo, e di santo: ella fu una smania, un furore, vuoi nei grandi come negl'infimi di pigliare i Gesuiti per direttori spirituali; il presidente del Consiglio di Castiglia, il Cardinale di Toledo, i primi fra i gentiluomini, la famiglia reale, mettevano tutti da sè stessi il collo dentro il capestro. - Dopo la Spagna, il Portogallo e la Italia, primeggiarono a insanire pei Gesuiti Parigi, i Paesi-Bassi e la Germania.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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