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      - Creò cardinali suoi figli o nipoti Alessandro, e Ranuccio Farnese, e Guido Antonio Sforza figliuolo di Costanza Farnese di dodici, di quattordici, e di quindici anni; e non che ad altri allo Imperatore, che gliene toccò qualche parola, rispose, contro il suo costume alterato; e promosse altresì alla porpora Niccolò Gaetani discendente di Bonifazio VIII e congiunto con la casa Farnese; fra i trentasei cardinali, ch'egli elesse, occorre anco un Roderigo Borgia dei duchi di Gandia, onde non istette per lui che un'altra volta il sangue di Alessandro VI non rese sacro il soglio di San Pietro. - Usurpò Camerino alla ultima erede dei Varano, allegando le femmine escluse dalla successione del padre, nè lo rese già alla Chiesa, bensì lo tenne per darlo a Ottavio suo nipote nel modo stesso che dal manto della Chiesa aveva sbarrato Castro per investire il figliuolo Pierluigi, e Nepi per coprire l'altro nipote Orazio. Le paci e le guerre nelle quali egli spinse la Chiesa miravano sempre ad avvantaggiare i suoi; la quale cosa sovente gli veniva fatto di conseguire con destrezza mirabile. Quando prima si pose in mezzo paciere tra Francesco e Carlo a Nizza pescò a Pierluigi il Marchesato di Novara da una parte, e dall'altra provvido ad allogare sposa in casa di Francia la nipote Vittoria col duca di Vandome; a questo, non avendolo ottenuto subito, e poco dopo essendosi rotta da capo la guerra tra Francesco e Carlo, egli ebbe con inestimabile cordoglio a renunziare; ma guasta una tela il ragno ne incomincia un'altra; quindi Paolo più tardi torna agli amori francesi, e gli riesce fidanzare il nipote Orazio con la bastarda di Enrico II. - Ardendo pel desiderio di lasciare alla sua casa un principato che le fosse scala ad acquisiti maggiori ora delibera investire Pierluigi del ducato di Parma e Piacenza e lo sgarò nonostante, che messa la pratica in Concistoro il cardinale Caraffa non intervenisse, anzi nel medesimo giorno visitasse le sette Chiese come straordinariamente si costuma tra i Cattolici nelle gravi sciagure, ed ordinariamente il Venerdì santo; e il cardinale da Trani con onesto sermone tra le altre cose lo ammonisse "e che diranno di siffatto partito i Luterani, ora che il Concilio è aperto, vedendo il patrimonio della Chiesa dai Papi stessi, i quali come fedeli tutori dovrebbero mantenerlo, e difenderlo, essere dato ad altri?


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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