Art. 5.
Dopo avere ridotto tutti i principi in condizione di semplici governatori bisognerà torre al Papa ogni dominio temporale, oltre la città di Roma... si avranno poi a chiamare persone dotte, affinchè per via di concioni e di scritture insegnino ai popoli essere improntitudini pontificie le scomuniche ai principi per negozi puramente temporali, nè Cristo avere trasmesso mai siffatte facoltà alla Chiesa.
Art. 6.
Spogliato il Papa di ogni suo possesso, fie mestieri professargli reverenza profondissima per quanto concerna la sua autorità spirituale e tenerlo a Roma, come già fu in Avignone, subietto ai principi regnanti.
Ed altra volta avvertimmo come Carlo, tenendo prigioniero Clemente VII, pure ordinava in tutte le cattedrali dei suoi vasti stati si esponesse il Sacramento per la liberazione di lui; leggesi altresì, che dopo morte, stessero a un pelo per processarlo come eretico, e s'egli ne uscì illeso si riversarono le ire sacerdotali sopra il suo teologo e predicatore arcivescovo di Toledo Carranza. Però non si creda mica che Carlo non fosse devoto, anzi bigotto, ma l'autorità papale egli voleva sottoposta a sè in sostegno della sua tirannide, mentre il Papa disegnava usarla per mettersi sopra di lui; le inimicizie loro gara di dispotismo. Il Papa si lega con la Francia contro la Spagna, dove Carlo continua a vivere non da Imperatore, ma da frate; indi a breve la Francia voltabile fa tregua con la Spagna; il Papa indracato di guerra manda a Parigi il Cardinale Caraffa per rompere la tregua; ma i Francesi stando sul niego, per isgararla, prima da Napoli poi sbracia Milano; di Napoli consente si componga un regno per un figlio del re Enrico II, di Milano per un'altro: la nostra Caterina dei Medici era stata tanto feconda, che bisognava pure pensare di ammannire una pastura di popoli ai regali appetiti; ancora, vediamo, che cosa intendono i Papi per restituire libertà alla Italia; trarre dall'asse chiodo con chiodo, agli Spagnuoli sosituire Francesi; lo sfogo delle vendette sacerdotali appellano cura, e utilità della Patria.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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