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      In Francia governa sempre un'uomo, che qualche volta fu re, e spesso no; la forma politica non fa caso, repubblica o monarchia bisogna, che ella serva un padrone, e padroni per ora erano i Guisa, di cui gl'interessi li spingevano a mostrarsi zelaori rigidissimi della Chiesa; però protessero il Papa e ne furono protetti, rimossero le gozzaie, blandirono gli umori, dove il danaro valse non istettero su lo spilluzzico s'interposero mediatori felici tra i principi e Roma, onde il Papa più volte e in occasioni solenni ebbe a professarne al cardinale di Lorena ampissime grazie.
      Pertanto il Papa accordatosi co' principi venne di leggeri a capo di ogni difficoltà; anzi per meglio tenerseli bene edificati renunzia alla riforma, che anco di loro doveva decretare il Concilio; quanto alla sua la promette sconfinata; solo lascino fare a lui, nè essi, nè il Concilio se ne mescolino.
      Intorno al diritto esclusivo dei legati pontifici a proporre partiti, il Papa collo imperatore si erano accordati, e dicemmo come; restava ad assettare lo screzio con gli Spagnuoli, i quali essendosi spencolati a contrastarlo ora non vedevano passatoia per uscirne con decoro, ma ecco pronto il Morone a trovare un sutterfugio il quale consistè nella dichiarazione, che ad ogni prelato spettava il diritto di chiedere e dire quello che a lui Papa era concesso chiedere, e dire secondo gli antichi Concili: la parola proporre posero sotto lo staio.
      Rispetto alla residenza dei vescovi pretesa di istituzione divina, ed alla incompatibilià dei Cardinali di tenere vescovati, abbazie, e benefizi curati e' fu fatto un empiastro; all'arcivescovo di Granata non garbava, e si ammanniva a contrastare in isgravio della sua coscienza; ma il conte di Luna lo persuase, che se la coscienza non gli consentiva a parlare contro il suo convincimento, nulla ostava a farla tacere: pertanto fu dichiarato, nel decreto, che i vescovi, e i cardinali, non potessero lungamente stare lontani dai vescovadi, e dagli altri benefizi con la cura delle anime; tale essendo il precetto di Gesù Cristo; così di scancio fu decretato, che i cardinali potessero possedere vescovadi, e abbazie, e che la residenza dei vescovi non era di diritto, bensì raccomandata da Cristo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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