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      I popoli sperarono dal Concilio riforme gravissime; e rimasero delusi: le due tirannidi unite ai danni d'Italia la ridussero peggio che cimitero, però che questo raccolga quanto di materiale avanza alla creatura umana, mentre le nostre terre di ora in poi si fecero sepolcri di anime. Napoli e Milano spagnuoli; Venezia trepidante per trame occulte, o per manifeste violenze. Genova, Firenze, Mantova, Parma, Ferrara tratte schiave dietro al carro della Monarchia Spagnuola. Siena stramazzata per fame sul terreno imbevuto del sangue dei suoi migliori figliuoli; Lucca beffa di repubblica. Emanuele Filiberto, Alessandro Farnese, Ambrogio Spinola, Giovannandrea Doria, ed altri imperiti a combattere per la Patria, eroi per vincere battaglie ed espugnare terre in pro dello straniero; per la tirannide fulmini, per la libertà paralitici; lingua, andazzo, e tutto dentro, e fuori spagnuoli; intantochè i grandi stati intorno alla Italia si formano, la Italia per colpa propria, ed altrui si rompe in brandelli; poi viene la pace di Castello Cambrese, che marca la Italia in fronte, come nei tempi feudali i baroni marchiavano gli schiavi propri per non confonderli con gli schiavi dei baroni vicinali.
      Pio V rimase come sfinito dagli sforzi durati pel Concilio di Trento; prima, che le riforme dei costumi si ponessero in esecuzione egli si dispose a godere del benefizio del tempo per sollazzarsi: di offici divini non volle intendere; di negozi meno che mai; prese a costruire fabbriche magnifiche, ogni dì feste, e conviti: le stemperatezze della corte di Lione X intendevano riformare, e rinnovavano.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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