Pagina (507/838)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I priori di Viterbo durante il secolo decimoquarto accoglievano seduti fuori delle mura il potestà inviato da Roma, nè lo immettevano dentro se prima non giurava la osservanza delle capitolazioni loro: a patti men larghi erasi dato Fano; la vendita del sale tutta a suo pro; balzelli per venti anni non ne avesse a pagare; libertà illesa, e diritto di eleggersi chi meglio volesse per potestà senza bisogno di conferma. Sinigaglia da sè s'imponeva le tasse, da sè le riscoteva; alla Camera apostolica pagava il convenuto; e di questo si chiamò contento non che altri Cesare Borgia; e Giulio II. cacciato via da Perugia il Baglione, si astenne da toccare le sue vetuste franchigie, aborrì il retaggio usurpato dal tiranno; per lungo tempo ella pagò al Pontefice un censo annuo di pochi mille scudi; anco sotto Clemente VII. partecipava alla difesa dello stato con milizie sue proprie; così pure Bologna, la quale conservò le sue libertà municipali, amministrò le sue entrate da sè, manteneva milizie proprie, e pagava il legato del Papa; non diversa Ravenna, e le città di Romagna tutte, che liberate dalla dominazione del Borgia, furono da Giulio II. ricevute a patto. Non sempre i governatori erano prelati; all'opposto bisogna confessare che le città stesse imploravano magistrati chiesastici, dai laici rifuggivano: dentro le città prima per necessità, poi anco per uso di discordia antico, il popolo minuto avverso al popolo grasso, il popolo grasso sospettoso dei nobili, i nobili nemici a tutti; i municipi stessi se non sempre contrari fra loro, di rado concordi; onde le assemblee provinciali attecchirono; così i principi e gli stati comporsi in lega o non seppero, o non vollero; i popoli eziandio rimasero disgiunti, bellissime gemme di collana sfilata, onde la causa perpetua della nostra nullezza politica.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Viterbo Roma Fano Camera Cesare Borgia Giulio II Perugia Baglione Pontefice Clemente VII Bologna Papa Ravenna Romagna Borgia Giulio II