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      Et mentre si faceva la espeditione, è venuta nova che il ribaldo ha ammazzato quattro suoi nemici in un castello. Questi tristi se ne vanno di questa maniera burlando della giustitia, et se bene potriano essere rimessi dalla gran benignità di Sua Santità, pare non di manco non se ne curino. Niuna cosa più di questa dà travaglio al Papa, perchè vede il disordine, e la indegnità grande, pur non sa rimediarla." Di vero anco questo estremo oltraggio non gli fu risparmiato, però che offerta la grazia a certo masnadiero Martinazzo, questi la ricusò dicendo: "io non so che farmene, mi torna più continuare bandito, che ridurmi a vivere in casa mia."
      Di Sisto V assai si favella, ma lo conoscono pochi; anco ieri leggendo non so che Diario, vidi appuntarmi di averlo nel Paolo Pelliccioni di troppo alterato: e' non sanno quello, che si dicano; non mai sommo pontefice meritò più di lui il nome di sommo carnefice: nè io lo infosco, bensì i suoi gesti; di vero quale concetto dobbiamo formarci noi di un Papa il quale inaugura il suo pontificato con la impiccatura di quattro giovanetti di Sora per l'orrore di portare archibugi comecchè mostrassero la licenza del porto di arme loro concessa da Mario Sforza luogotenente del Duca di Sora? E più tardi senza nè anco forma di processo intendeva mandare alcuni sciagurati alla forca, e udito come al suo fiero talento si opponessero le prime norme della giustizia tempestando esclamava: "orsù processateli, a patto che me gl'impicchiate prima di desinare, e abbiate in mente, che stamane ho fame.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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