Sisto parve quasi un Nume per averli drizzati sopra la base, in Egitto coloro che li svelsero dalle viscere della terra non furono tenuti per superiori agli uomini. Storici che scambiano la storia co' panegirici gli attribuiscono molti, e sperticati disegni; tra gli altri quello del taglio dello stretto di Suez, che avrebbe tronche le ale al moderno Lesseps; forse egli potrà averli concepiti, ma per uomo di stato piccolo vanto è questo; imperciocchè d'immaginazioni Ludovico Ariosto sapesse partorirne più stupende; il nodo sta a chi governa di attendere a cose proporzionate alle forze, e con indefessa cura ridurle in atto e compirle. Rispetto a politica terminò peggio di Gregorio XIII essendosi inimicati il re di Spagna, e i Guisa senza guadagnarsi Enrico IV, che non fatto capitale di lui. anzi contro lui si propose re alla Francia; se cotesto re, abiurate le dottrine tornava in grembo alla Chiesa, ciò accadde più tardi non per opera di Sisto bensì per quella di Clemente VIII.
Notai come la fede cattolica prevalesse a furia di fuoco, e di forca in Italia e nella Spagna; adesso mi occorre aggiungere che parve anco volesse allagare sempre a modo di lava nei Paesi-bassi, in Francia, in Germania, e perfino nella Svezia, ma l'arco teso si ruppe; la ragione calpestata levò la testa tornando più gagliarda alle lotte, che all'ultimo non perde mai, anzi qui in Italia dove il trionfo del cattolicismo sembrò intero cosicchè i Preti pensarono potere tornare in ballo co' miracoli di Madonne, che piangevano, ridevano, o favellavano, e talora apparivano traverso un pagliaio, tale altra su di una siepe; qui nella potente Italia cessati gli studi teologici, e la opposizione scolastica lo ingegno si raccolse pigliando a consultare il manoscritto originale di Dio, vale a dire l'universo e la natura, buttati via i libri dei dottori: anco qui la Chiesa romana, quasi per istinto avvertita del pericolo, accorse a spegnere; a che prò? Ella non poteva immaginare, che meglio di venti cattedre avrebbe distrutto l'ammasso dei suoi errori un fornello di chimica; gl'Italiani devono, per così dire, ringraziare i Papi se scacciati dal sentiero dove sarebbero riusciti calvinisti, o luterani, o socciniani trovarono la strada della filosofia: le sette più o meno si proposero a fine la riforma, emenda, non estirpazione di errore; la filosofia di altro non si appaga, tranne dell'assoluta verità. Senza jattanza, per me credo, che verun popolo al mondo racchiuda in sè come lo italiano nostro istinto ed attitudine non di riformare, bensì di trasformare la vita della umanità.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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