Appena però il Papa, e i re ebbero messo in comune manette, sbirri, e carnefici, la Chiesa buttò via le dottrine sovvertitrici; da quel giorno in poi, ella non rifina mai bandire che i popoli hanno ad obbedire sempre ai re, e in tutto e per tutto; e non le mancano autorità; prima Cristo, dopo Paolo: il primo lo volle significare col detto: "date a Cesare quello, ch'è di Cesare." più chiaro l'altro: obbedite ai principi etiamtsi discolis. Passione vince prudenza anco nei savissimi, sicchè a seconda l'interesse più urgente l'uomo stesso sostiene a volta a volta il diritto, e il rovescio; e talora eziandio nel medesimo punto, donde la perdita di reputazione nelle autorità e la voglia nei popoli di sovvertirle quando cascano in dispregio. -
Chi volle ridurre il processo del Papato a teorie afferma, che il Conclave tenne nello eleggere i Papi questa ragione, al rigido surroga il mansueto, al parziale per Francia lo zelatore per Austria; ma non pare vero, almeno sempre; e così essendo siffatte alternative accadono non mica per consiglio, bensì per irrequietezza dei cervelli umani. Di vero, che Giovambattista Castagna ovvero Urbano VII. sostituito a Sisto V. si sarebbe mostrato diverso da Sisto non comparisce; anzi sembra lo indicasse egli stesso, allorchè sedendo a mensa con altri cardinali e con lui non rinvenne pera, che non fosse fradicia esclamò: - è tempo che le pere cessino; Urbano VII. durò nel papato non bene intere due settimane: ombra che segna la sua apparizione su le pareti del Vaticano e passa.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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