Le missioni, seme di rabbia, e di furore in Europa, attecchirono in America, e ciò perchè in Europa opprimevano, in America parevano affrancare; fra popoli eruditi Roma faceva ufficio di spegnere, tra ignorantissimi appariva luce di intelletto; qui niente aveva da insegnare; costà se non tutto, molto. Anco in Francia la Chiesa sembrò rifiorire, però che la baronia, d'indole ad un punto prepotente e servile, considerando adesso la Monarchia di concerto con la Chiesa, non trovasse il suo conto a dare del capo dentro un'arnese tanto gagliardo; e poi capiva che governo aristocratico la Francia non patisce; costà gli aristocratici comparvero e compariranno sempre a mo' di penero cucito all'orlo del mantello reale o imperiale: arrogi a questo, che la dottrina della riforma impaziente di autorità senza quasi addarsene aveva incamminato i popoli alla repubblica, e già se n'erano visti i segni; e se ai Monarchi la repubblica garba quanto il fumo agli occhi, nè manco piace agli aristocratici che quelli sono monoliti, e questi frantumi di tirannide schietta. Dove tu cerchi se la Chiesa se ne avvantaggiasse, tu trovi il contrario, e ciò perchè gl'interessi andarono tutti da un lato, e veramente furono i più; la fede rimase dall'altro scarsa, ma depurata da ogni terrena miscela, epperò miglior seme per fruttificare, e per vincere. Anco nei Paesi Bassi, per testimonianza del Bentivoglio fu visto agitarsi un moto tendente al cattolicismo, e i piedi guazzavano sempre nel sangue per le guerre contro Roma; certo il Bentivoglio come nunzio romano merita piccola fede nei suoi scritti, e tuttavia quanto egli afferma può darsi, imperciocchè non so se accada, come affermano nell'aria, ma sicuramente nello spirito umano, la corrente, che succede, tira nel verso contrario a quella, che passa.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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