Nella Inghilterra comparivano indizi di non lontana mutazione; costà reggeva il figliuolo della Maria Stuarda vago di procurare a Carlo suo primogenito nozze spagnuole, e Gregorio in istile di gente innamorata gli scriveva: "la vecchia radice della pietà cristiana feconda un giorno di sì bei fiori fra i monarchi inglesi germoglierebbe da capo nel suo cuore." A questo modo al Papa pareva camminare in bussola; sopra tutti appoggiavasi, lo sostenevano tutti; ad un tratto Austria e Spagna si legano contro Francia a cagione delle alpi elvetiche; il Papa esse tirano chi di quà e chi di là; era mestiero risolvere, e commettere la tiara all'alea delle battaglie; prevalse la buona fortuna di Gregorio XV. eletto a comporre le liti, e lo faceva forse, se la morte non gli avesse tronco le pratiche. Subentrato a Gregorio Urbano VIII. dei Barberini cambia aspetto ogni cosa; Gregorio in cuore austro-spagnuolo, in sembianza no, Urbano poi francese affatto in apparenza ed in sostanza; ed a rilevare inoltre i fiacchi spiriti di Francia ecco sorgere ministri Vieuville e Richelieu; allora il nuovo Papa butta all'aria le nozze di Carlo Stuardo con la infanta di Spagna ponendo per patto nella dispensa, che il Re si obbligasse a costruire chiese cattoliche in ogni provincia
del regno; Giacomo, il quale, a quanto pare, aveva per la sua testa un po' più di tenerezza del figliuolo Carlo ne dismise il pensiero: nè basta; in odio all'Austria, e alla Spagna Urbano si accosta ai protestanti, e fidato alla Francia mulina non so quali disegni: di un tratto, la Francia, seguendo la vecchia usanza, conchiude la pace di Monzon, e pianta i collegati su le secche.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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