- Innocenzo, empiti i suoi di facultà, moriva con settecento e più mila scudi di peculio privato; saccheggiaronlo i parenti, che negarono fargli le spese del funerale, e gli diede sepoltura, tre dì dopo ch'ei fu morto, un canonico spendendoci attorno uno scudo: qual seme, tal frutto: sangue di prete non può fallire: - prima di cessare, Innocenzio riprese Castro, e ne abbattè le mura, proprio perchè questa terra avesse ad essere la pietra del paragone della perduta autorità pontificia; di fatto, sforzato dalle prepotenze di Francia la ebbe a rendere più tardi Alessandro VII. insieme a Ronciglione. In breve toccherò dello strazio francese in onta al papato, ora aggiungo il trattato di Wesfalia concluso senza pure farne motto a Papa Innocenzio, che non mancò di protestare e di buono, e gli altri tennero coteste proteste in conto di rondini dell'anno passato. Chiunque osserva mira accadere adesso alla Curia romana quello, che succede a' nobili spiantati, cupidi di crescere le apparenze alla stregua, che la sostanza scema: in questo secolo andò famosa la Corte di Roma per isquisiti trovati di ossequi, che si appellano etichetta, da disgradarne Spagna, e formare la disperazione dello stesso Luigi XIV; infiniti i puntigli su le precedenze tra cardinali, prelati, e famiglie Romane; a cui si apriva la porta spalancandone ambedue le imposte, ad altri una sola; quando passava la carrozza di qualche pezzo grosso, il pezzo minuto fermava la sua: frivole cose queste, non frivolo ma grave oltremodo questo altro: il Papa Alessandro VII. proprio pigliando il Vangelo a contro pelo non patì tenersi dintorno persone, che non fossero nobili di ventiquattro carati, e ne allegava per ragione, che i principi della terra circondandosi volentieri di servitori gentileschi, doveva credersi che tanto più Dio si avesse a compiacere nel vedere il suo servizio compito da personaggi, che andavano per la maggiore: ma! tanto è, il Chigi veniva da Siena, e sembra che nè anco lo Spirito Santo entrando nei cervelli arruffati dei sanesi li possa ravviare.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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