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      - Questa confessione scappata impensatamente dalle labbra di una donna foggiata a zelantissima cattolica chiarisce le condizioni attuali del Papato, e il fine, che senza rimedio ormai gli si apparecchia.
      Vulgare fuga fu cotesta, che invano s'industria la contessa Spaur di rendere poetica: bimbi, cameriere, preti, carabinieri, che reggevano il sacco, e nondimanco paura; tutto questo burlevole: pieno però di amarezza vedere cotesto mal Prete recitare il breviario col padre Liebl, e supplicare Dio per la salute degli uomini, che tornato in fiore egli dannò alle galere, agli esilii, qualcheduno alla morte. Giunse il Papa a Gaeta a salvamento, perchè, come disse egli alla Spaur, seco era Dio chiuso dentro la scatola, il quale pure non era bastato a salvarlo dalla paura quando trovò chiusa la porta del corridore degli Svizzeri! Di colta il Papa fu preso per ispia dal comandante di Gaeta, ma poi il Re Ferdinando avvertito gli portò in fretta e in furia camicie, soldati, e marzapani e condottolo seco a Napoli l'ospitò regalmente; per la qual cosa questa belva incoronata, che uomini di stato temperatissimi chiamano addirittura negazione di Dio, diventa ad un tratto: "Re cristiano ammirando nel quale non sai se le virtù del principe cristiano superino quelle del privato, o queste quelle avendo discorso parole, e operato fatti di sovrano il più magnifico e il più pio di quanti si conserva memoria nel mondo."
      Dicono il duca d'Harcourt corresse a Civitavecchia nella speranza di trovarci il Papa, e non ce lo rinvenendo rimase come schermitore vinto di scherma; ciò altra creda non io, che se tale fosse stato l'accordo egli avrebbe da lunga mano allestito il naviglio, a mo' che fece Leopoldo di Toscana mercè la Inghilterra, la quale in quelle rivolture tenne il piè in tutte le staffe, e parve pescatore che intorbida le acque per pescardi dentro.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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