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      Alla obbliqua impresa andava preposto obbliquo Capitano, ch'è chiaro come persona retta leggendo le istruzioni commesse dal Barrot all'Oudinot avrebbe notato: "io non ci vedo lume" perchè a cotesti arzigogoli il Barrot deve avere fatto tale chiosa a voce da chiarirne la ribalderia meglio, che luce polare. Naturalmente cosiffatti comandi si danno a cui sappiamo idoneo ad eseguirli, nè osservammo i soldati in simili faccende stare troppo sul taglio, meno degli altri poi Oudinot servo nato da servo; giovanetto fu tolto per paggio da Napoleone III. e con lui stette lungamente in abito servile: suo precipuo fregio l'essersi Napoleone I. appoggiato sul braccio di lui la notte precedente alla battaglia di Vagria mentre assisteva al passo del Danubio; caduto il Bonaparte servì i Borboni della stirpe primogenita, poi Luigi Filippo, per ultimo la repubblica; paiono queste mutazioni, e non sono nella vita del servo, imperciocchè per cambiare di signoria egli stia fermo nella servitù; che se l'Oudinot tirò salario dalla repubblica servendo anco lei ciò fece per distruggere un'altra repubblica, e così adoperarsi in tale atto esiziale tanto all'ucciso quanto a cui gli dava mandato a uccidere: due repubbliche ad un tratto ammazzava; un giorno gli saltò in testa di provare le parti di padrone, ma non essendo cotesto il suo mestiere egli non gli riuscì; lo stritolò Napoleone III. nato a dominare forse iniquo, non a servire. L'Oudinot a nome suo non crebbe lustro in niente, bensì menomò.
      Difficile così indicare per lo appunto il numero dei morti e dei feriti in battaglia come dire preciso quello dei combattenti: ordinariamente si esagera nel più o nel meno secondo le passioni e gl'interessi dogli uomini; affermano da Marsiglia e da Tolone non essere venuti da prima oltre gli ottomila soldati, forse erano più contando i soldati di marina, gli artiglieri, gli operai, insomma tutta l'altra gente di corredo ad esercito formato; stando al Giornale delle operazioni di artiglieria pubblicato per ordine del governo in Francia portavano seco due batterie complete da 8; ed un'altra da assedio di sei cannoni da 16; imbarcaronsi sopra sette fregate, due corvette a vapore, due piroscafi minori, e due gabarre.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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