D'altronde i fuoriusciti anco non preti sempre così, onde bene a proposio Federigo Torre con le parole del Macchiavello avverte: "debbesi considerare quanto sieno vane la fede e le promesse di quelli che si trovano privi della loro patria. Perchè quanto alla fede si ha da estimare che qualunque volta possano per altri mezzi che per li tuoi rientrare nella patria loro, lasceranno te ed accosterannosi ad altri nonostante qualunque promessa ti avessero fatta. E quanto alla vana promessa egli è tanta la voglia estrema, ch'è in loro di ritornare a casa, ch'e' credono naturalmente molte cose, che sono false, e molte ad arte ne aggiungono; talchè fra quello che credono, e quello che dicono di credere ti riempiono di speranze talmentechè fondandoti su quella, tu fai una spesa invano, o tu fai una impresa in cui tu rovini."
E poi o che armeggiano oggi i Francesi quando cotesto loro capitano Oudinot, per via di un bando che io non riporto però che le sue non sieno mica parole del Macchiavello, chiariva la gente che il fantasma di Governo romano ricambiando con bravate le sue profferte di pace egli accettava la sfida, benchè la fosse bazzecola aspettandolo a braccia aperte popoli e soldati, fanciulli, vecchi, ed anco le donne nè altri aversi a combattere tranne un'accozzaglia di rifuggiti di ogni maniera, che Dio ne scampi e liberi? Per colpa dei repubblicani romani la libertà darebbe il tuffo, mentre i repubblicani fancesi così costumati e per bene si metterebbero in quattro perchè le istituzioni liberali ricevessero tutto lo sviluppo comportabile con gl'interessi ed i costumi del popolo romano.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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