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      Il re di Napoli in fine avvisato come il Garibaldi lo cercasse a morte è da credersi che si sentisse andare giù per le ossa il ribrezzo della quartana; ma poichè con 20 mila soldati non poteva fuggire davanti a meno che 3 mila per disperazione animoso si dispone moversi a combatterlo; ho scritto moversi ma non egli mutò un passo, bensì spinse da Albano il generale Lanza con 5 mila uomini muniti di artiglieria da campagna per conquidere il Garibaldi, o almeno circondarlo per guisa, che il regresso a Roma gli fosse impedito; al generale Winspeare fu ingiunto che per la via di Montecompatri sostenesse le mosse del Lanza. Ora trovo scritto come il Garibaldi sparpagliasse qua e là manipoli di bersaglieri ed anco di cavalli per tribolare il nemico; anzi affermano, che il Winspeare dopo scambiato con loro un trarre lungo e sanza pro fino a sera, dubitando dalla pertinacia dei nostri che fossero molti, o se pochi altri aspettassero calata la notte si ripiegava fino a Frascati; - certa cosa egli è che da queste lustre altro non volle cavarsi eccetto lo abbandono del nemico delle sue posizioni per trarlo a battaglia, e questo il Garibaldi ottenne, imperciocchè il generale Lanza nel giorno di poi uscisse ad assaltare Palestrina; lo precedeva il colonnello Novi camminando sopra una delle due strade, che mettono capo alla porta del Sole; su l'altra strada veniva più grosso il Lanza per dare dentro alla città di fronte; e vuolsi credere che il Novi avesse a scorrere oltre per pigliare alle spalle la città dalla via che da mano diritta mena piu in alto al colle.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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