Ed egli:
rido perchè mi è caduta la camicia nel l'acqua, ed io l'ho figlia unica di madre vedova." - "Aspetti un minuto, replicava il trombetta, vedremo di rimediarci." Ed uscì fuori interrogando i presenti se potessero prestargli una camicia, ma quanti udi si trovavano nei medesimi piedi del Generale, eccettochè a loro la camicia non era cascata nell'acqua. Messo alle strette il giovane Colonna si accosta al dottore Ripari e si gli dice: "io ce lo avrei il ripiego, ma non mi attento." Il dottore di rimando: "parla franco." Allora il trombetta: "oh! la senta, nel convento degli Agostiniani a Palestrina nella camera di un frate, mi saltarono, sto per dire, da se nelle mani parecchie camicie, ed io per non fare il superbo con la Provvidenza me le riposi nello zaino, dove a tutt'oggi si trovano; però se le paresse cosa io ne darei una al Generale... - Certo, che la mi pare cosa da farsi, rispose il dottore." - A quel modo Garibaldi potè adagiarsi nel letto di un re con la camicia di un frate! Vicende del mondo, bizzarrie di cervello secondo la indole italiana. Nella sala del palazzo Angelotti o Ancillotti a Velletri ci era un trono, tutto damasco ed oro, dove si assideva nella sua maestà il Cardinale legato: al dottore Ripari prese il capriccio di mettercisi a sedere fumando la pipa: il dottore notò che ci si stava come in qualunque altra seggiola ordinaria; forse peggio; ed io poi aggiungo, che l'azione che ci fece egli, certo fu la migliore di quante il Cardinale ce ne avesse mai fatte.
| |
Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
|
|
Generale Colonna Ripari Agostiniani Palestrina Provvidenza Generale Garibaldi Angelotti Ancillotti Velletri Cardinale Ripari Cardinale
|