- Lui posero in misero albergo alle Carrozze, la legione alle Convertite; nè parve di buon'occhio lo vedessero a Roma, conciossiachè gli proponessero spedirlo subito ad Ancona, ed egli assentiva a patto fornissero di scarpe i suoi soldati; ai suoi calzari pensavano gli amici, a quelli dei soldati non poteva provvedere egli.
La speranza degli accordi cullava i Triumviri i quali durante la tregua conobbero, ma non curarono, come contro le consuetudini militari i Francesi occupassero i luoghi onde rendere vana qualunque difesa; però essi presero la basilica di San Paolo, e Monte Mario; anco provvidero a stabilire un ponte traverso il Tevere, e poichè i nostri inviarono taluni ufficiali a speculare i Francesi dissero essere cosa da nulla e provvisoria fatta allo scopo unico di andare a raccogliere i disertori e gli ubriachi; e non era vero, però che tentato il luogo di un tratto ci costruirono un ponte di barche, e per arroto un fortino per difenderlo. Chiunque ha fiore di senno non vorrà biasimare o biasimare troppo i Francesi per essersi avvantaggiati della ignavia nostra, ma gli spregerà come meritano quando sappia, che da questo spingersi innanzi senza contrasto cavassero argomento per versarsi elogi a bocca di barile; molto più, che il Lesseps mandato per abbindolare i Triumviri li scongiurava a non inviare gente da coteste parti, o almanco a non inviarcele armate per timore di risse le quali arieno mandato all'aria lo accordo lì lì per conchiudersi. Ingannato il dabbene uomo ingannava.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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