Quì poi aperta la breccia si saliva sul Gianicolo; donde, dopo incoronatolo di artiglierie, potevasi esortare il popolo a cedere alla onnipotenza della forza. Questo disegno prevalse all'altro del Leblanc, ed affermano altresì, il Vaillant lo portasse bello, e approvato dal Presidente della Repubblica; aggiungono ancora, che il Vaillant riconosciuta ben bene la città lo ebbe a reputare sempre più migliore.
I Francesi, e lo stesso Vaillant scrissero avere prescelto questo lato alle offese per istudio di non ingiuriare i monumenti di Roma, e sono solite vanterie, onde i Francesi da per tutto il mondo vennero in fama di sazievoli: difatti da cotesto lato appunto occorrono i più gloriosi monumenti della Chiesa, e dell'arte; e nonchè essi andassero immuni da ingiuria furono guasti e malconci.
Che dal riconoscimento della piazza fato dal Vaillant ne uscisse danno irreparabile non credo, tuttavia importa notare, ch'egli ci entrò sotto mentite spoglie di medico quando l'Oudinot, pei consigli del Lesseps mandava in dono ai Romani un carro pei feriti. Così tutto o buono, o reo dei francesi doveva cascarci addosso pernicioso, la generosità del Lesseps, come la perfidia dell'Oudinot: i Romani commossi ricambiavano cotesto dono da Sinone con altro carro carico di sigari, e davvero sarebbe grulleria dolercene, chè simili arguzie formano parte degli strattagemmi di guerra per cui il capitano piuttosto lodasi, che no. E poichè da quanto siamo venuti esponendo la villa Corsini si reputasse meritamente la chiave dei vari punti di offesa fuori della porta di San Pancrazio, così l'Oudinot attese ad occuparla ad ogni patto anco con frode: a questo modo gli uomini vulgari per procurarsi plauso fanno fango della nobile fame, barattandone l'apparenza con la sostanza.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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