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      Un altro giovane e bello, ferito nel costato da una palla di archibugio, seduto anch'egli su la barella, scoprivasi la ferita dalla quale detergeva il sangue di mano in mano che colava, onde pareva una rosetta vermiglia, sicchè additandola, e amaramente ridendo diceva:
      i nostri amici di Francia e' mi hanno fatto ufficiale della legione di onore." Fu visto un'altro ufficiale che fracassati il piede, e il braccio destri, tuttavia con la sinistra agitava il suo berretto messo sopra la punta della spada animando i combattenti coi gridi: "viva la Repubblica! viva la Italia!" Di cuore invincibilmente giocondo porgono testimonianza le parole profferite da certo soldato bergamasco nell'atto, che gli amputavano la destra: "manco male, che mi rimane quest'altra, (e sollevava la sinistra), per battermi, e per bere." Il colonnello Morrocchetti ferito nel braccio, ci si avvolgeva intorno un fazzoletto, e co' denti il legava, nè per quanto fu lunga la giornata si posò un momento da battagliare. Parlammo del Bixio, e quello, ch'ei dicesse ferito, riferimmo; però leggo nelle memorie che mi vennero fornite, che alle parole aggiunse atti, che tacere è bello, imperciocchè la mia indole non consenta andare in visibilio, come sembra che accada a Vittore Ugo, di cenni, o di detti all'usanza del Cambronne della vecchia guardia; ma mi sento sforzato a notare le parole meste, e solenni di rassegnazione e di grandezza con le quali conchiudeva la sedicenne vita il Savoia da Mantova: "guarda me dispiass soltant a meurar perchè vedi miga l'Italia libera.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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