Pagina (700/838)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Poichè il perduto non si poteva più riacquistare il Garibaldi vigilò, affinchè quello, che ci era rimasto si conservasse; crebbe le artiglierie sul bastione, provvide l'annona, imperciocchè in tutto quel giorno i soldati non che con altro, neppure con un sorso di acqua si fossero confortati: insomma perchè io in troppe parole non mi dilunghi non omise diligenza che a capitano solerte, ed avvistato convenga. Giorno miserabile fu quello dacchè la legione italiana deplorò 500 tra morti, e feriti, i Bersaglieri piansero 150 di loro; in tutti furono 1000, ovvero un quarto della divisione del Garibaldi, fra cui 100 ufficiali; fiore di giovanezza e di virtù; dei nemici ne caddero molti, noi non li potemmo noverare, nè potendo avremmo voluto farlo; i Francesi sogliono alterare in meno le loro perdite, tra gli altri privilegi quasi pretenderebbero essere ciurmati, ed i romanzi loro rubata questa qualità ad Achille la regalarono ad Orlando; la quale cosa non tolse che tanto Achille quanto Orlando di ferita perissero.
      Il Generale Garibaldi, nelle memorie manoscritte, di cui mi fu cortese compie il racconto della infelice giornata con queste parole: "nel 3 Giugno furono decise le sorti di Roma. I migliori ufficiali morirono o giacquero feriti: il nemico rimase padrone dei Quattro Venti chiave delle posizioni dominanti: ci si stabilì gagliardamente, e cominciò i suoi lavori di assedio come se Roma fosse piazza forte di primo ordine."
      Adesso mi occorre narrare il fatto di cui si trova memoria nelle storie dei tempi in diverse guise; il caso andò in questa maniera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Garibaldi Bersaglieri Garibaldi Francesi Achille Orlando Achille Orlando Generale Garibaldi Giugno Roma Quattro Venti Roma