Ed anco a voi Loreta di Ravenna, Gazzaniga di Roma, Meloni di Forlì, Bucci di Ancona, Marzari di Macerata, Santini e Covizzi la terra dei forti diede l'ultimo albergo. Visanetti di Cesena come fu riservato a più lungo martirio così porse maggiore testimonio di virtù, percosso nei fianchi dopo sei giorni in mezzo ad atroci dolori sempre invocando con devoto cuore la sacra Patria spirava. Scarcele sul fiore della vita, di forme leggiadre squarciato orribilmente il ventre, di una sola cosa pareva si pigliasse cura, ed era disporre il proprio censo, che possedeva larghissimo, a prò di persona diletta; la principessa Belgioioso che lo assisteva, sollecitamente ebbe chiamato il notaro per calmare l'ansietà del moribondo, ma forse più per udire il nome della donna, che così imperava sopra i pensieri di lui; la donna era la Patria, la quale redò le sostanze dello Scarcele.
L'assalto del Ponte Milvio per altro non merita andare rammentato, che per un gesto degno dell'antica storia, e veramente dei così fatti se ne incontra nella greca, come nella romana, ed eziandio nella nostra italica del decimoquinto secolo; se nonchè temo forte, che ogni popolo abbia voluto vantare il suo di simile natura copiandolo da un altro, il quale forse non sarà successo mai tranne nella immaginazione dello scrittore; ma quello, che io narro come accaduto ai giorni nostri, e che molti vivi lo possono testimoniare non può fornire argomento di dubbio. Il ponte Milvio si allarga una dozzina di braccia, ed è lungo circa a trecento: lo reggono cinque archi di quindici braccia di luce, e cinque piloni alquanto meno larghi; rotto il primo su la sinistra sponda per dodici braccia gli altri avevano minato con polveri artificiali per rumarlo, secondo la occorrenza, in un'attimo.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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