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      Le sortite e gli agguati in guerra per ordinario, o non finiscono a bene, o tornano in capo a cui le ammannì, e Omero ab antiquo mette innanzi così nel coraggio come nella gloria il guerriero che aspetta celato, e di piè fermo il nemico, all'altro, il quale salta su con la lancia in pugno a zuffa manifesta; per condurre le sorprese a buon termine si richiedono mente serena, cuore inconcusso, e vigilanza mirabile; e cosa strana a considerarsi è questa, che forse gli uomini preposti alla sortita, ovvero allo agguato presi da solo a solo le qualità descritte posseggono anco in copia, uniti insieme ne mancano, dimostrando che le passioni superano nel contagio la stessa morìa. L'annotatore all'Hoffstetter volendo per via di esempio chiarire come un nonnulla mandi a monte siffatte imprese riporta il caso degli Oddi entrati notte tempo in Perugia per cacciare i Baglioni, i quali omai occupavano la città e solo rimaneva loro spezzare la catena della via che sbocca alla piazza, quando colui che doveva romperne i serrami, stretto dalla turba sorvegnente, mal potendo levare le braccia per menare la mazza ferrata esclamò: "fatevi indietro!" La quale parola propagandosi di grado in grado valse a impaurire gli ultimi; gli altri del costoro spavento atterrironsi, sicchè con grandissima furia si ruppero. Questo narra il Macchiavelli; questo altro più notabile assai riferisce Teofilatte Simocatta. Gli Avari invasa la Tracia avevano messo le tende vicino al monte Emo; di ciò avvertiti i Romani, su i quali imperava allora Maurizio, nello intento di sorprenderli ed opprimerli notte tempo si ficcano per certa forra angustissima camminando in due colonne con i bagagli nel mezzo; all'improvviso incespica e casca un somiero di cui il conduttore essendo andato innanzi, i sorvegnenti impediti nel cammino lo richiamano per rimettere in piedi la bestia gridando: "retorna, retorna fratre.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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