- Il tenente colonnello Rossi preposto alla difesa della seconda linea non si potendo dar pace per cotesto inopinato rovescio, e reputandolo uno dei soliti spaventi senza causa andò a speculare per lo quale inoltratosi fino in mezzo ai nemici che lo lasciarono avanzare cadde prigioniero.
Se la fuga vergognosa arrugginisse il cuore del Garibaldi pensi chi legge, molto più, che egli aveva dichiarato, come il Palafox a Sarragozza, volere difendere le breccie col coltello mostrando la faccia alla fortuna; chiamato pertanto il Sacchi gli comanda tolga seco due compagnie, e corra a ripigliare ad ogni costo il Bastione: "scelti, scrive il Sacchi (il quale si compiacque anch'egli sovvenirmi in questo lavoro) la terza, e la quinta centuria entrambi comandate da due ufficiali di Montevideo: ricordo il nome di uno ch'era Cuccelli; ho dimenticato l'altro, ma si diceva Corso; si spinsero innanzi con maraviglioso ardimento, ma giunte forse venti passi discosto dal nemico un fuoco micidialissimo le decimò: ciononostante gli ufficiali animosi s'ingegnano spingere i soldati contro i Francesi, i quali se ne stavano al coperto dentro ad un fosso scavato dai nostri a danno loro dirimpetto alla breccia, e che adesso li protegge a danno nostro: alla prima scarica successe un grandinare di palle dal ciglione esterno del bastione occupato del pari dai Francesi: per colmo di sventura un colpo di mitraglia diretto contro i nemici investe i miei poveri soldati, i quali laceri da due fuochi si scompigliano e cedono dopo avere dato prove di valore disperato.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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