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      Pertanto il popolo accorrente alle brecce non era forza; ma sě creature, che andavano al macello; dietro ai muri la faccenda sperimentiamo diversa, in campo aperto poi, massime in assalto di trincere di tutto punto munite, alle prime scariche di mitraglia il popolo spulezza: i Lombardi in Milano combattono e vincono gli Austriaci, a Granprč gli stessi Parigini davanti ai Prussiani scappano. Tuttavolta non mi č ignoto come screzi parecchi si fossero insinuati fra i capi, e tu ne rinvieni la traccia nei libri del Pisacane, del Rosselli, e del Dandolo: Fra il Garibaldi e il Mazzini si interpose un po' di ruggine, che tra quei due generosi non durň un pezzo: anco i generali si accordavano poco; e gli stessi colonnelli di stato maggiore si puntigliavano, onde il Garibaldi mandň il colonnello Morrocchetti al comando di Porta Portese non potendo rimanersi sottoposto al Manara meno anziano di lui. -
      Ma se le breccie non furono assalite i Romani tentarono ogni estremo conato per renderle inani; inutilmente perň, che dopo avere reso cotesti luoghi sacri di sangue per la Patria versato, ebbero a ritirarsi nella seconda linea di difesa. Troppi sono i generosi defunti che domandano da me un ricordo e lo meritano, ma io giŕ sento, che di soverchio grave č il peso che mi recai su le spalle, nč lo spazio dell'opera, nč il libro, che precipita al fine mi consentono discorrere di tutti, ma io meriterei che veruno o uomo o donna, che ama la Patria, e per la Patria patě volgesse lo sguardo sopra queste pagine dove da me si trascurasse raccomandare alla memoria dei posteri questo pietosissimo caso: giŕ lo narrava il Rusconi nel Libro della Repubblica Romana, ed io per vendicarmi di lui a mo' che mi vendicai del Dandolo per i giudizi nč giusti nč veri balestrati contro di me, quasi mi lascerei andare alla voglia di riportarlo con le sue stesse parole, che davvero io provo piene di profonda compassione e nobilissime tutte, ma oltre al dubitare ch'elleno male s'innestino con le mie, paionmi troppo lunghe.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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