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      E pure questa, e siffatte donne il vile sacerdote non aborrì denigrare calunniando, che non amore di Patria le movesse, bensì prurigine di lascivia: bene sta; le Arpie, quello, che toccano contaminano, e i Sacerdoti che altro sono mai se non Arpie? Solo resta a vedersi per quanto tempo ancora dureranno a contristare la umanità.
      Allo scopo di fornire notizia, che sia più conforme al vero intorno all'orribile strazio fatto di nostra gente in cotesti giorni io ricercando per le effemeridi dei chirurghi, e più particolarmente in quelle dell'ottimo Ripari trovo, che sovente nel bastione sinistro fulminato con rabbia canina dai Francesi furono di un colpo morti o feriti più di dodici soldati, e di che razza ferite! L'ospedale provvisorio addetto alla divisione del Garibaldi avevano posto nella Chiesa e nel Convento della Madonna dei Sette Dolori sotto San Pietro in Montorio, e quivi affermano per tutto Giugno non si annoverassero meno di venti morti al dì per termine medio, feriti un sessanta. Tra i molti fieri casi mi occorse fierissimo questo, che sto per narrare; una rovina di uomo giovane, e di volto assai bello fu un giorno gittata là sopra una tavola dove il Ripari esercitava la sua arte; ho detto rovina perchè quanta parte della forma umana fosse rimasta intera non si poteva discernere; mancava di ventre, le coste anteriori denudate e bianche come di cadavere da lungo tempo sepolto mentre non apparivano anco morti il viso, il collo, ed i bracci; il buon Ripari per pietà austero, visto cotesto spettacolo gridava cruccioso: "perchè mettete qui quel cadavere ad impacciare la medicatura degli altri?


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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