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      La storia, ed anco la Nemesi eterna vendicatrice delle colpe umane tanto più devono raccogliere cotesti casi quanto, che le regole della scienza, e la perizia dei francesi potevano far sì che le palle colpissero a punto colà dove intendevano briccolarle. Oltre queste testimonianze ci occorrono le seguenti, lo Spettatore militare, il Rapporto del generale Vaillant intorno l'assedio di Roma, il Ragguaglio storico, e militare, il libro intitolato Roma dell'abate Boulangè, ed altri parecchi; i Preti non lo nascosero mai, anzi si compiacquero a bandirlo nei libri loro, e lo puoi riscontrare nella Civiltà cattolica, e ciò nonostante il Corcelles scriveva al Governo di Francia, che lo poteva negare di reciso, e il Governo negò: dopo lui negarono tutti, negarono perfino contro la perizia compilata dalla Commissione preposta a verificare i danni del bombardamento, e ad avvertire il modo e la spesa per risarcirli. Dei caduti in mezzo a cotesta procella di fuoco noi lamentammo il capitano Laviron francese, il quale si sporse fuori dei parapetti per mirare un pò come i Francesi accogliessero il colonnello Ghilardi appunto in quei giorni arrivato in Roma, e che ora in qualità di parlamentario spedirono al campo nemico; lo presero a fucilate, ma scampò la vita per lasciarla più tardi in altro emisfero sotto le medesime palle francesi: preso nel Messico a man salva febbricitante nel letto gli davano morte assassina: volle il fato, che su quel capo la Francia si tirasse addosso un fiero conto di delitto, forse egli ora lo ha già messo in pulito per farselo pagare.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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