Per cessare della luce non s'interrompono le opere di guerra; i Francesi ripararono durante la notte le ingiurie patite nelle batterie, ma co' lavori nuovi di poco si avvantaggiarono, imperciocchè la vigile fanteria romana molestando con fuochi incessanti i marraioli sconciarono i lavori che intendevano condurre intorno al casino Barberini; però cavarono una quinta parallela per riuscire a separare il Vascello dal corpo della difesa, il quale fin qui come guerriero ferito a morte, e giacente pur sempre pugnava, e di conserto col Bastione ottavo fracassò il cammino già spinto a buon termine dai Francesi a casa Giacometti. All'alba ripigliano il trarre da una parte, e dall'altra: pari il furore, impari troppo la forza; le nostre batterie mancavano di parapetti, le trincee apparivano ammasso informe di terra, vennero meno a ripararle le braccia; la Batteria del Pino quasi messa a pegno di gara agli artiglieri francesi sfasciata d'incamiciature, priva di gabbioni, senza difese di fianco sparava i cannoni all'aperto e come si dice a barbetta. - Ora fulminando i Francesi con le Batterie undecima, decima seconda, e decimaterza la seconda linea di difesa costringono il Bronzetti a cedere, ben tosto posero mano alla zappa passando oltre la cortina per chiudere il Vascello; da questo lato irreparabile ormai il proseguimento della Breccia; altro non potè farsi, che provvedere, affinchè lo irrompere del nemico fosse lento così da lasciare campo a nuove difese più interne; non si pretermisero gl'incendi delle case circostanti; meste tede funeree, esclama l'Hoffstetter, alla morente repubblica! il Bastione primo di sinistra si lasciò presidiato; e del presidio era parte la compagnia Rosagutti nella quale militava il dabbene Morosini; ma il Dandolo, che di quel diletto capo trepidava ottenne supplicando dal Manara, che a cotesta compagnia si desse lo scambio; altri si oppose ma non potè spuntarla; la compagnia Rosagutti fu rilevata; con essa andò il Morosini; lo tirava il fato.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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