.. non m'inganno, sono morto, il trasporto crescerebbe gli spasimi... lasciate ch'io muoia qui dove ho combattuto." Il Dandolo che pure si trovò presente al caso narra come poco prima, che la palla micidiale passasse il Manara da parte a parte egli nel seguitarlo rimanesse colpito di una palla di rimbalzo nel braccio destro, onde costui esclamò: "per Dio! tocca sempre a te? O che io non devo portare via nulla da Roma?" A lui il Manara cadendo raccomandò i suoi figli; da lui supplicò non essere abbandonato mai; dalla stanza chiusa lo trasportarono alla campagna aperta; allora desiderò si chiamasse il medico Bertani amico suo. Il Dandolo si piglia cura di riportarci che dietro le sue raccomandazioni il Manara si confessò, e si comunicò: pedanterie di guelfismo riscaldato in Lombardia, come se la vita del mortale eroe incontaminata avesse bisogno per amicarsi Dio di un Cappuccino mediatore, e il Padre delle misericordie non aspettasse cotesta anima bennata a braccia aperte; qual sacramento avrebbe mai potuto renderla più pura oltre la religione del martirio, e il battesimo di sangue? Il Manara raccomandava al Dandolo procurasse allevare i suoi figliuoli nell'amore della religione, e della patria; l'Hoffstetter di religione non parla, bensì gli mette in bocca queste parole: "consolate la mia povera moglie, e recatele il mio ultimo addio: educhi i nostri figli allo amore per la infelice nostra patria, ed appena sapranno reggerle, ponga loro nelle mani queste armi." A me, e ad altri le parole dell'Hoffstetter compariranno più co
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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