nformi al cuore dell'uomo; per pedanteria guelfa il Dandolo inteso a incastrarci la religione, omette la moglie; pare impossibile come e quanto la beghineria stupidisca il cuore; forse per lo sposo amante la cara e casta moglie, madre dei suoi figliuoli non č religione?
Innanzi, che per me si lasci la dolente storia non vo' mancare di referire qui un caso il quale troppo stupendamente dipinge gli uomini, e i tempi. L'Oudinot, dicono per raccomandazione di Massimo D'Azeglio, preso a un tratto di tenerezza pel Manara gli scrisse lettera per buona ventura giunta dopo che cotesto valoroso ebbe reso l'anima a Dio, e dico buona ventura perchč di certo avrebbe cagionato gravissima alterazione a quel nobile spirito. L'aperse il pių anziano dei capo-battaglione dei Bersaglieri; in sostanza portava lo scritto: ammirare la prodezza e la disciplina dei Bersaglieri, pių che tutto sentirsi compreso da inestimabile reverenza per lui Manara; pregarlo a non considerare la capitolazione proposta nč in parte, nč nello insieme riguardante lui; avere ordinato gli pagassero ottomila scudi per sopperire alle spese del ritorno a casa dei suoi Bersaglieri; in fondo di straforo, con animo pių che volenteroso poi avrebbe visti i Bersaglieri rimanersi a Roma al soldo del nuovo governo; la insidia tendeva a dividere Manara dal Garibaldi sia che insieme si gittassero alla campagna, o rimanessero in cittā tentando la disperata guerra delle barricate, o scemarsi l'odio che sentiva aggravarglisi sul capo per la occupazione di Roma, ed anco per avvilire cotesti giovani non meno saldi nella propria fede politica, che prestanti nelle armi.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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