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      Qui ripiegate le braccia sul petto, fermo su le gambe, e per la commozione interna certo nel sembiante sconvolto mi posi a guardare lo sconcio arrabbattarsi dell'Oudinot intorno alla bandiera del Caffè; quando il suo cavallo lo costrinse a voltarsi i suoi occhi s'incontrarono co' miei; che mai ci leggesse non so, certo se avessi potuto lo avrei ucciso con gli occhi: fatto sta, che costui lasciata scapparsi la bandiera di mano, mogio mogio se ne andò per piazza Colonna."
      Perchè noi andiamo capaci di questo successo importa sapere, che per la statura, la complessione della persona, e il colore della barba e dei capelli il Ripari molto arieggiava al Garibaldi, e molto anco adesso gli arieggia perchè di rossi sono entrambi diventati canuti. Ma ch'è mai un capitano di esercito, che alla sola vista di un'uomo sbigottisce di paura? Ed anco quando in ciò non consentissero i Francesi, da che legno tagliano essi mai i comandanti supremi, i quali immemori della dignità loro al cospetto di un popolo si arrovellano con uno straccio dando argomento di riso, e di contumelie plebee? - Nè si creda già, che all'Oudinot paresse in cotesta ora sedersi su le rose, imperciocchè, un prete, che ardì plaudirlo in piazza Colonna indi a breve trafitto da innumere ferite moriva; ad un'altro per la medesima causa ruppero il cranio, e poi strascinarono per terra in piazza Sciarra; a Monte Citorio straziarono due popolani tenuti spie perchè così di subito li videro accontati co' Francesi; ma di ciò basta; l'Oudinot imperterrito bandiva indubbie testimonianze avergli provato quali e quante fossero la fedeltà, e la gratitudine dei Romani al generoso Pontefice iniziatore di libertà!


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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