Questo negli scavi di Pompei può riscontrarsi agevolmente; per la qual cosa io pensava: "cave Cavour! uomo avvisato è mezzo salvato!" Ammesso nello studio, intantochè il Conte terminava scrivere non so quale lettera, inventariai l'uomo; egli vestiva un gabbano da camera sudicio, e mi parve anco lacero, con uno straccio al collo, e in capo una papalina logori entrambi e laidi, stavasene accoccolato su di una tavoluccia dove scriveva in furia con molto disagio; avanti questa tavola ne vidi un'altra più grande dove notai una tazza di argento dono non mi ricordo di quale Municipio, o Consorteria. La stanza parata di carta con alquanti specchi nè più nè meno di qualunque sala di moderna osteria: non libri, non quadri, non arnesi che svelassero gusti eleganti od amore di arte. Lo studio rispondeva sul cortile, e dirimpetto alle sue finestre, levati gli occhi, vidi pendere giù dalle finestre del secondo piano pezze e fasce da bambini, onde la memoria corse ai due scolari brilli di cui racconta Heine nel Reisbilder quando aprirono l'armadio dell'oste e vi avendo trovato attaccato un paio di calzoni di pelle gialla di daino usati da lui quando faceva il postiglione, li presero per la luna, e volsero a loro una invocazione sul gusto dell'Ossian. - E questi, dissi fra me, è l'uomo, che ha da comprendere la Italia? Sarà! e mi strinsi nelle spalle; proprio come esclamai: sarà! e mi strinsi nelle spalle quando additandomi i Turcòs mi affermarono essere venuti in Italia a darci la Libertà: - Sarà! soggiunsi poi, ma se io fossi nei piedi della Libertà mi verrebbe la pelle di oca al solo vederli.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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