38 della Storia d'Italia sino al 1789. Altrove (lib. 48 della medesima Storia) il Botta esce fuori con queste parole, che mal per noi se non le cavassimo dai libri di un piemontese sfegatato: "gli studi si fomentavano a patto che da angusto e stretto cerchio non uscissero. Nissuna vita nuova, nessuno impulso, nissuna scintilla di estro fecondatore: un'aere greve pesava sul Piemonte e i liberi respiri impediva. Lo stesso vivere tanto assegnato del Principe (e doveva dire tirannicamente pedantesco) faceva, che la consuetudine prevalesse sul miglioramento, e che nessuno dall'usato sentiero uscisse ancorachč pių facili, pių utili, e pių dilettevoli strade in luoghi vicini di sč medesime facessero mostra. Dai duri lidi fuggivano Lagrange, Alfieri, Denina, Berthollet, e Bodoni, e fuggendo dimostravano, che se quella era terra per natura feconda gretto coltivatore aveva. Carlo Emanuele e Bogino si martirizzavano su i conti, e le generose aquile sdegnando quel palustre limo a pių alti e pių propizi luoghi s'innalzavano." Quanta larghezza da cotesta ora in poi godessero gli studi nel Piemonte, anco in tempi recentissimi lascio, che altri dica: pure ieri i Gesuiti maestri, e donni dei cervelli piemontesi: no, veramente, a me non pare, e non parrā, spero, nč anco ai nostri buoni fratelli subalpini ch'essi possano presumere quanto a scienze ed a lettere di esercitare egemonėa sopra la Italia.
(58) Relazioni venete, Serie II, vol. 1. p. 136.
(59) Relazione dell'Oratore Cavalli. Relaz. degli Amb. veneti.
| |
Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
|
|
Storia Italia Storia Botta Piemonte Principe Lagrange Alfieri Denina Berthollet Bodoni Emanuele Bogino Quanta Piemonte Gesuiti Italia Relazioni Serie II Relazione Oratore Cavalli Amb
|