.....Poi domanda sua eccellenza li pareri loro, e dice: - io intendo che si faccia così: - o pure si leva dicendo: - si delibererà poi - e molte volte occorre, che sua eccellenza non va al consiglio, e se vi si trova non si obbliga molto a quello, che sarà parso alla maggior parte di quelli, che vi sono. E dirò più, che io ho saputo per certo, che fu un giorno deliberata una materia d'importanza alla presenza di sua eccellenza, e di ciò fu commessa la lettera per la esecuzione al Signore Fabri secretario deputato a detto carico, ma sua eccellenza fece poi chiamare esso secretario in camera sua, ed ordinogli altramente, onde fu eseguito per lo appunto il contrario di quanto era stato deliberato con maraviglia di tutti quelli consiglieri suoi. Di modo che si può dire assolutamente che delle cose sue sua eccellenza intende, o vero vuole e delibera a sua voglia sola." Il che si rassomiglia come uovo ad uovo al Consiglio convocato da Serse prima di rompere la guerra con la Grecia dov'egli dopo salutati i Satrapi, secondochè ci testimonia Valerio Massimo al capitolo quinto del Libro IX della opera sua, così prese a dire: "non ho voluto parere di fare le cose di testa mia, però voi vi avete a ricordare come vostro debito sia non consigliare bensì obbedire." Adesso qualche cosa circa allo amore di Emanuele Filiberto archetipo dei Reali di Savoia per la onesta libertà dei popoli, nonmenochè dello studio ch'egli poneva a mantenere gli antichi loro diritti: "per dimostrazione di questa sua potestà, continua il medesimo oratore, che intende, che sia assoluta non ha voluto tenere li tre stati del suo paese, come l'obbligano le convenzioni antiche della casa di Savoia con li suoi confederati, osservate sotto ciascun altro principe passato.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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